Chenin Blanc, I love you

Chenin Blanc, I love you

Quanto mi piace lo Chenin Blanc! Si tratta di un vitigno autoctono della Valle della Loira che avevo già assaggiato per conto mio (leggi qui), e che ho riscoperto recentemente in tutta la sua sfaccettata personalità, durante una serata di Ais Monza al Chiodo di Usmate. 

Spumante metodo champenoise, vini da uve botritizzate, passando attraverso la ricca  personalità di quelli secchi, queste sono tutte le alternative in cui è possibile trovare questo vitigno.

Lo Chenin Blanc è un vitigno ricco di acido tartarico e citrico, sostanze che gli conferiscono un alto potenziale di invecchiamento, secondo solo a quello dei Riesling renani. Oltre alla forte acidità, lo Chenin è caratterizzato da un buon grado zuccherino, con elevato potenziale alcolico, che aumenta ulteriormente la sua serbevolezza.

Versatile, di grande carattere, questo vitigno si adatta bene a climi e terreni diversi, tanto da essere stato coltivato anche in Sud Africa, portato a fine Ottocento dal professor Perold, lo scienziato che realizzò anche il Pinotage.

Nella Loira la sua coltivazione è concentrata nella zona di Anjou-Saumur e nella Touraine, con clima oceanico, inverni miti, estati calde e basse escursioni termiche. I terreni di queste zone  sono composti da ardesia, un minerale – lo stesso che troviamo in Germania, nella zona del Reno e della Mosella – responsabile della mineralità di questi vini, oltre a scisti composti da depositi carboniferi e da tuffeau di origine vulcanica.

Nella zona dell’Anjou, sulla sponda destra della Loira, lo Chenin Blanc si esprime bene nella versione secca, mentre nella sponda sinistra in quella botritizzata. Questo vitigno è infatti caratterizzato da una buccia sottile che può essere facilmente attaccata dalla botrytis cinerea, la muffa nobile, che nella zona del Coteaux du Layon dà vini di grande livello, nelle denominazione Bonnezeaux Coteaux du Layon e Quarts-de-Chaume. L’incontro tra i due fiumi, il  Layon e la Loira, crea infatti le condizioni ideali per la formazione delle nebbie che aiutano il proliferare della  botrytis, che può attaccare totalmente o parzialmente il grappolo dello Chenin Blanc.

Nella zona del Savennières, la più famosa per lo Chenin Blanc,  si trovano due cru di alto livello, la Roche-aux -Moines e il celeberrimo Coulée-de-Serrant, di Nicolas Joly, antesignano dell’agricoltura biodinamica in Francia.

Nella Touraine, sulla riva destra del fiume, si trova Vouvray la denominazione più nota per lo Chenin Blanc che viene prodotto in tutta la gamma, dai vini secchi, agli spumanti sino a quelli dolci botritizzati. Sulla riva sinistra del fiume si trova un’altra denominazione, la Montlouis, considerata minore, a torto, dov’è possibile trovare dei prodotti dall’ottimo rapporto qualità-prezzo.

 Per approfondire leggi qui la degustazione.