Sandro Pertini, gli aneddoti sul presidente che segnò profondamente la prima Repubblica

Sandro Pertini, gli aneddoti sul presidente che segnò profondamente la prima Repubblica

“Coerenza è comportarsi come si è e non come si è deciso di essere.”

                                       Sandro Pertini

 

Dire che Sandro Pertini fu il presidente più amato dagli italiani è poca cosa, per un uomo che, come lui, segnò così fortemente un periodo storico. 

Meno di due anni fa mi capitò di occuparmi della sua figura istituzionale per un approfondimento sugli anni Ottanta e rimasi sbigottita da quanti aneddoti trovai sul suo conto.

Driin, squilla il telefono. Immaginatevi di essere un bambino di otto anni e di ricevere una chiamata dal presidente della Repubblica che vi ringrazia per la bella letterina che gli avete scritto. Pertini era così: vicino ai cittadini, ai più deboli, ai bambini. C’è da rimanerne segnati per tutta la vita, non vi pare? Avere otto anni e credere che le Istituzioni vi rispondano personalmente, vuol dire credere in uno Stato che non esiste, per lo meno in Italia. Eppure io sarei voluta essere quel bambino.

E che dire della sua Liguria, del suo amore per Genova, della sua trattoria preferita, il Ristorante alle Mura delle Grazie, sempre lo stesso da decenni? Si sedeva al solito tavolo, il presidente Pertini, amava chiaccherare con Rina la cuoca del locale, quasi un’amica dopo tanti anni, mangiare i piatti di pesce, tornare lì quando gli impegni di Stato glielo consentivano.

Noi tutti ricordiamo Pertini ai Mondiali dell’82, la sua esultanza sugli spalti, quella frase urlata come solo un tifoso può fare “Ormai non ci prendono più!”. E come dimenticare il ritorno di tutta la squadra sull’aereo presidenziale, quella partita a scopa col grande Enzo Bearzot, la Coppa del Mondo lì accanto. Qui trovi la mia intervista sui Mondiali a Bergomi.

Tutti questi aneddoti ci dicono perchè Pertini fu tanto amato. Era un uomo del popolo, una persona fuori dalle logiche di potere, semplice, schietto che anche con gli avversari di partito aveva mantenuto onestà e lealtà. 

Ma più di tutti vorrei raccontarvi questo aneddoto poco noto, che ci dà la portata della sua grandezza di uomo e di politico. E’ tratta dall’intervista uscita su InEuropa del 14 dicembre 2009 rilasciatami dall’on. Cerofolini amico di Pertini e compagno di partito.

“Negli anni delle contestazioni e del terrorismo, Pertini fu oratore ufficiale ad una grande manifestazione popolare a Padova. Alcune frange di contestatori estraparlamentari fischiarono alcuni passi del suo discorso e una parte della Piazza reagì mostrando di voler passare allo scontro. Pertini subito di slancio : ” Fermi tutti! ” E con tutta la sua robusta voce:” Libero fischio in libera piazza!”.

Un gesto che scongiurò gli scontri di piazza, che ci dà la portata di cosa fossero per lui  “democrazia” e “diritto d’espressione”, princìpi fondamentali che come partigiano e presidente difese per tutta la vita. 

Per approfondire leggi: tratto da InEuropa del 14 dicembre 2009 Pertini