Bianchi e rossi di Châteauneuf du Pape

Bianchi e rossi di Châteauneuf du Pape

Fino a tredici vitigni in un vino, ma vi rendete conto?  Questa è la peculiarità di una denominazione francese (AOC) del Rodano medidionale, lo Châteauneuf du Pape. Non avevo mai degustato questi vini sino a poche settimane fa, quando ho partecipato ad un’interessante serata di degustazione promossa dalla delegazione di Ais Monza e Brianza, presso il ristorante “Il Chiodo” di Usmate. Ad accompagnare il pubblico di appassionati sommelier, e non solo, è stato Guido Invernizzi, uno tra i relatori più importanti dell’associazione, spesso in viaggio tra le varie delegazioni italiani e straniere della sommellerie.

Ma veniamo a questa denominazione…

Il nome di  Châteauneuf du Pape risale alla “cattività avignonese dei Papi”, altrimenti detta “la seconda prigionia babilonica”, quando Papa Clemente V spostò l’intera corte papale ad Avignone, per sfuggire ai tumulti di Roma. Nel 1309 fu eretto, dunque, un nuovo castello capace di accogliere il papato, attorno ai cui vasti territori fu coltivata la vite.

La zona ha un terreno pietroso composto, in prevalenza, da ciottoli risalenti all’epoca geologia del Miocene. Circa un milione d’anni fa, il substrato composto principalmente da quarzo, argilla e sabbia, fu progressivamente ricoperto da rocce sedimentarie,  le “galets roules”, che dalle Alpi francesi scesero frantumandosi a valle, verso il Rodano.  Questo particolare terreno è in grado di immagazzinare calore durante il giorno, per rilasciarlo alla vite durante la notte. La zona ha 2800 ore di luce all’anno, di cui 1000 concentrate durante il periodo estivo, condizione che favorisce lo stress idrico della vite.

Il Rodano meridionale ha un clima mediterraneo con inverni miti ed estati calde. L’influenza di clima e terreno conferisce, ai vini di questa zona, caratteristiche di particolare opulenza, struttura e complessità aromatica. L’allevamento della vite è ad alberello.

Il Granache è il vitigno più importante del Rodano meridionale, che dà vini dagli aromi speziati e fruttati, con bassa acidità e buon tenore alcolico. Il Syrah è presente anche in questa zona, tuttavia la grande produzione di qualità è concentrata nel Rodano settentrionale. Il vitigno ama i climi mediterranei caldi, ma temperati, soffrendo sia il freddo, che la canicola estiva. Ha maturazione tardiva, resiste alle ossidazioni e dà vini dall’alto potenziale alcolico, colore concentrato, tannini vivi ed aromi speziati (provenienti dalla molecola rotundone). Gli altri vitigni a bacca nera del territorio sono il Morvedre, il Muscadin, il Vaccarese, il Terret, il Counoise e il Cinsault.

Tra i vitigni a bacca bianca il più importante è il Grenache Blanc, che dà vini rotondi, di corpo e con bassa acidità. Gli altri vitigni sono il Clairette e il Bourboulenc che danno vini floreali e delicati; il Picpoul, il Roussanne e il Picardan, quest’ultimo molto raro e quasi scomparso.

Occorre infine ricordare il Muscat à Petit Grains, un vitigno nobile con cui si producono “i vins doux natural” fortificati con l’aggiunta di alcol, nella denominazione Beaumes-de-Venice.

Di seguito i vini degustati durante la serata:

Châteauneuf du Pape  – Blanc – Domaine Brunier – Clos La Roquéte – 2009 (35% Clairette, 35% Grenache Blanc, 25% Roussanne, 10% Bourboulenc): giallo paglierino carico. Profumi evoluti di frutta gialla matura (melone, ananas), soffi di vaniglia intervallati da note quasi smaltate. In bocca è sapido con un retrogusto di mandarla amara, lunga persistenza e perfetta corrispondenza gusto-olfattiva degli aromi.

 Provalo con gli Involtini di tonno e mozzarella di bufala campana Dop al profumo di Sicilia

Châteauneuf du Pape –  “Cuvée Boisrenard”  – Blanc – Domaine Beaurenard – 2007 (35% Clairette, 22% Roussanne, 25% Bourboulenc, 20% Grenache Blanc, 3% Picardan, 3% Picpoul): dorato. Emergono immediatamente, all’esame olfattivo, degli eleganti profumi floreali e dei richiami minerali (gesso), rincorsi da un elegante profumo di albicocca. In bocca è sapido con aromi perfettamente corrispondenti all’esame olfattivo.

 Provalo con Gli spiedini di mare

Châteauneuf du Pape – Rouge – Vieux Telegraphe – 2009 (65% Grenache, 15% Mourvedre, 15% Syrah, 15% Cinsault, 15% Clairette):  rubino. Naso intenso di frutta rossa, ricordi speziati di pepe nero e noce moscata. Fresco in bocca, con tannino vivo e retrogusto amaricante (liquirizia). Elegante.

  Provalo con il Filetto di maiale in crosta

Châteauneuf du Pape – Rouge – Domaine de la Vieille Julienne – 2007 (tutti i vitigni tranne il Terret) : rubino. Molto intenso al naso, con frutta matura e sottospirito, corredato da un’avvolgente nota speziata e dal profumo della liquirizia. In bocca si percepisce un alcol elegante. Persistente.

 Provalo con lo Stinco di maiale

Châteauneuf du Pape – Rouge – Cuvée Etienne Gonnet – Domaine Font de Michelle – 2005 (90% Grenache, 10% Syrah): rubino. Naso molto interessante di barbabietola, terra bagnata e frutti rossi. Fresco in bocca. Il tannino ricorda quasi il tè verde. Nota amaricante in chiusura. Molto elegante.

 Provalo con Le braciole di maiale farcite

Muscat de Beaumes de Venice: dorato brillante. Molto intenso al naso, con ricordi eterei di smalti e profumi evoluti di frutta matura. In bocca è dolce e molto persistente.

 Da meditazione