Satèn VigneNote, quando c'è da ricredersi

Satèn VigneNote, quando c'è da ricredersi

Ammetto di non aver mai apprezzato fino in fondo il Satèn, un prodotto che per la sua particolarità, non è mai stato nelle mie corde, ma devo dire che il VigneNote mi ha fatto ricredere. Consigliato da un amico sommelier, Luca Castelletti che, nove volte su dieci ci vede lungo, mi sono avvicinata a questa bottiglia con molta curiosità e buona dose di preconcetti, nati evidentemente da altri Satèn che non mi avevano totalmente convinta.

Sia ben chiaro, in questo blog, che nasce dalla mia passione personale per il mondo dell’enogastronomia, non scrivo di tutti i vini che degusto. Scelgo. Preferisco scrivere solo se un vino mi ha convinto, tralasciando quei prodotti che non ho apprezzato. Questo per dire che difficilmente troverete in queste pagine stroncature di vini o ristoranti, perchè ritengo che prima di sparare a zero su un’azienda o un prodotto, che ha alle spalle famiglie di lavoratori, occorra pensarci molto bene. La dovuta premessa per dirvi che questo Satèn mi ha fatto ricredere su una tipologia di Franciacorta che, come già detto, non mi aveva mai entusiasmato.  

L’azienda VigneNote si trova a Timoline di Corte Franca, all’interno del settecentesco Borgo Santa Giulia,  da cui i proprietari hanno ricavato anche un bell’agriturismo. Vi chiederete, dunque, perchè questo Satèn mi abbia entusiasmato rispetto ad altri. Ebbene, ha continuato a cambiare minuto dopo minuto, dimostrando un’eleganza e una vellutata finezza gustativa che non mi aspettavo. Colore giallo paglierino brillante, alla prima stappatura sono emersi subito dei delicati aromi di lievito, che hanno lasciato il posto, poco dopo, al floreale, intervallato a più riprese alla pesca bianca, prima, e agli agrumi, dopo, su cui spiccava il mandarino. In bocca, perlage cremoso e  lungo,  chiuso da una buona  freschezza e da una marcata, ma piacevole, sapidità.   

Per chi non lo sapesse:

Il Franciacorta Satèn Docg, si differenzia dalle altre tipologie prodotte nel territorio per una minore pressione in bottiglia (5 atmosfere) che gli conferisce un perlage finissimo e la tipica morbidezza gustativa. Prodotto solo nella tipologia Brut è un ottimo compagno di risotti delicati e i piatti a base di pesce.

Per conoscere il mondo del Metodo Classico in Italia, leggi il mio approfondimento tratto da Affari di Gola del mese di novembre 2011.

I miei abbinamenti sfiziosi: 🙂

Io ve lo consiglio con i Vol au vent con crema al formaggio di capra e mortadella di cinghiale e con il   Risotto alla crema di Gamberoni .