Marisa Cuomo ha fatto "Furore"

Marisa Cuomo ha fatto "Furore"

uva

Un territorio affascinante, certamente complicato quello di Furore, che prende il nome dalle onde che si infrangono, violente, nel suo piccolo fiordo naturale. Da quella terra, bella e difficile della costiera amalfitana, nascono i vini di Marisa Cuomo.

Fenile, Ginestra e Ripoli. Questi vitigni rappresentano, per Marisa Cuomo e Andrea Ferraioli, una sfida contro l’uomo e la natura. Contro un disciplinare che insindacabilmente non li riconosceva, stupido e ottuso,  come solo la burocrazia becera sa essere, e contro un  paesaggio, incantevole e seducente, che concede i suoi frutti solo a chi ha le mani segnate dai calli. La sfida è stata vinta, in entrambi i casi. Il disciplinare è stato cambiato, riconoscendo la storicità di quei vitigni che raccontano Amalfi non solo come Repubblica marinara, ma anche come terra contadina, aggrappata alle zolle di quel terreno che si inerpica lungo pendii che sfidano la tenacia dell’uomo.

Furore rosso, Furore bianco, Costa d’Amalfi, Ravello, sono questi i vini che raccontano l’azienda. Ma ce n’è uno che, forse, più di altri testimonia la loro filosofia visionaria. Il Fiorduva, prodotto con Fenile, Ginestra e Ripoli, i vitigni della sfida, è un vino longevo, che può virare negli anni verso aromi minerali complessi. Le uve surmature subiscono una pressatura soffice, a cui segue un illimpidimento statico, senza l’aggiunta di chiarificatori. Nel Fiorduva – Andrea Ferraioli ci tiene a sottolinearlo – sono aggiunti solo lieviti selezionati e, in seguito, anidride solforosa necessaria per la sua stabilizzazione. Il vino viene affinato per tre mesi in barriques di primo passaggio.

Strappata a forza ogni singola unghia di terreno, Furore è dunque oggi una realtà vitivinicola estrema, dove si fondono tradizione e modernità. Il passaggio dalle pendenze scoscese, raggiungibili solo a forza di gambe, alla cantina ultramoderna scavata nella roccia, è solo un’apparente contraddizione di questa realtà vitivinicola. Al contrario, rappresenta una visione strategica e razionale che incide fortemente nella qualità dei vini. “La natura estrema in cui lavoriamo ci obbliga a un’accuratissima selezione manuale delle uve, – spiega Andrea Ferraioli, marito di Marisa Cuomo –  la cui qualità viene esaltata dalle più moderne tecniche di cantina. Un legame tra vigna e tecnologia, che ci permette di trarre il massimo dalla natura”.

Furore, il paese che non c’è, come lo definisce  Andrea Ferraioli, le cui vigne sembrano tuffarsi nel mare a 500 metri di altezza. L’azienda si estende in questo modo, incuneandosi nella collina estrema per 10 ettari, di cui 3,5 di proprietà. Un mondo al contrario, dove le viti, allevate prevalentemente a pergolato, escono spesso in verticale dalla roccia calcarea sfidando la forza di gravità.

Furore Bianco Fiorduva 2010: giallo dorato. Consistente. Al naso bel frutto giallo maturo (banana, ananas), intervallato da spezie dolci. In bocca fresco, con nota gradevolmente aranciata. Persistente.

Furore Bianco Fiorduva 2009: giallo dorato carico. All’esame olfattivo emerge una leggera nota varietale, subito sovrastata dalla frutta gialla matura (pesca) e una nota minerale iodata. In bocca la mineralità si esprime con un aroma gessoso. Persistente.

Furore Bianco Fiorduva 2008: giallo dorato carico. Mineralità più spinta al naso supportata dalla frutta gialla. In bocca sembra esserci una freschezza più marcata e una nota leggera di pietra focaia.

Furore Bianco Fiorduva 2007:   giallo dorato carico. Soffi di macchia mediterranea, lavanda, eucalipto. Naso molto elegante. A lungo persistente in bocca, dove si ritrova una perfetta corrispondenza gusto-olfattiva.

Furore 2009: rosso rubino impenetrabile. Aromi di frutti rossi, pepe nero, spezie e grafite. In bocca si percepiscono degli aromi di liquirizia, non emersi all’esame olfattivo. Tannino graffiante, ma elegante.

Furore 2008 rosso riserva:  rosso rubino impenetrabile. Frutta matura, carica nota di tabacco e pepe, intervallati da aromi di eucalipto. Tannino presente. Equilibrato.